Il ritratto è una delle possibilità che l’Arte della pittura offre. Viene insegnato a saper cogliere con pochi tratti l’espressione di un volto, l’essenzialità di un gesto, per poter affinare la personale percezione dell’altrui persona e per sviluppare al contempo un’oggettività e una visione più acuta del mondo che ci circonda.

Il saper veramente vedere, il saper veramente guardare, aumenta l’acutezza di pensiero, e riequilibra l’approccio sensoriale che, a volte, è troppo soggettivo. Il ritratto offre, anche chi non si è mai avvicinato a questa nobile ed illustre attività artistica, la possibilità di scoprire con gioia insospettate e nascoste capacità.

In un primo momento si insegna ad osservare le linee generali di un volto o l’insieme di una figura. E’una sorta di percezione globale di quanto si può vedere al primo momento, di ciò che colpisce immediatamente. Segue poi una particolare osservazione degli elementi che compongono quanto si sta ritraendo. Si osserva ad esempio il rapporto esistente tra la distanza occhi – naso o quella delle braccia in rapporto al busto.

Solo in un terzo momento, quando la struttura è stata schizzata con tratti leggeri, subentra una maggiore analisi, molto più attenta e particolareggiata. L’arte del ritratto può fornite le basi aprire nuovi orizzonti di capacità pensanti, molto più realistiche ed oggettive.

Come insegna l’Antroposofia di Rudolf Steiner, la percezione sensoriale si avvale di ben dodici sensi non solo di quelli noti. E’ l’insieme dei sensi che porta, rispetto l’oggettiva funzione di essi, al concetto, all’idea. Solo essendo circondato dalla materia, solo avendo un insieme di percezioni su di essa, l’essere umano ha potuto dare un nome alle cose. Vedendo ad esempio un qualcosa di solido, quadrato, pesante od oblungo e leggero e facendone l’uso più appropriato, l’uomo ha potuto dare il nome di tavolo o matita a quanto egli stava percependo.

E’ dunque la percezione sensoriale , l’uso dei dodici sensi che porta al concetto, al pensiero. Il ritratto affina la capacità percettiva ed aiuta non solo a conoscere meglio se stessi, ma anche a sentire, osservando la forma esterna, quanto vive nell’anima di chi si sta ritraendo.

I bambini, ad esempio, poiché hanno una veloce, mutevole fisionomia, insegnano a cogliere i cambiamenti nascosti che subisce la loro anima e, nel ritratto, si possono cogliere con più facilità.

Aiuta molto nel ritratto la conoscenza delle caratteristiche dei temperamenti, le particolarità che ogni età comporta, nonché le speciali, fini caratteristiche e differenze tra l’essere maschile e femminile e così via.

Si impara, tramite il ritratto a considerare l’essere umano non più secondo ciò che esteriormente presenta nel volto, o nella figura intera, ma anche quanto esiste sotto la superficie materiale del corpo fisico, quanto vive nascosto nell’anima.