Quel che danno allo spirito sussiste
oltre la morte, e in altre nostre vite
sopra la Terra, porterà i suoi frutti.
Esse ci fanno presagire oscuramente
il Vero e dal presentimento
la nostra anima trae la conoscenza
che a tutti noi occorre nella vita.
(Rudolf Steiner – da: “La prova dell’anima”)
La maggior parte delle volte quello della fiaba è un mondo poco conosciuto dagli adulti e sembra sia adatto solo ai bambini.
Essa è invece una fonte di saggezza e di verità oltre ad essere un vero e proprio nutrimento necessario per l’anima, così come il cibo lo è per il corpo fisico specialmente per i bambini ma non solo per loro.
Ogni fiaba parla al cuore, reca con sé quella possibilità di comprensione profonda ed istintiva che ogni vera arte sa dare, per cui ciascun essere umano può avvicinarsi a questo mondo senza dover avere necessariamente alcuna particolare conoscenza, solo con un’anima aperta ad accoglierla.
Karl Gustav Jung ha riscontrato come nelle fiabe, essenzialmente uguali in popoli lontani tra loro per spazio e tempo, esistano medesimi principi che vivono nell’inconscio collettivo umano, da lui definito con il nome di archetipi, e come si possono trovare in essa le più grandi verità celate sotto forma di simboli e immagini.
Le fiabe perciò sono una fonte di conoscenza e nutrimento per l’anima anche degli adulti.
Chi racconta una fiaba ai bambini però deve imparare dapprima a conoscere un mondo che solo apparentemente è illusorio e che sembra impenetrabile ma che, invece, può essere svelato. L’adulto può a saper riconoscere ciò che sta dietro l’immagine simbolica di un principe o di una strega, di un bosco o di un castello, di un drago o di un gigante, di una fata o di un rospo e così via.
Non bisogna aver timore nel raccontare di lupi che mangiano bimbe dal cappuccetto rosso assieme alla nonna, purché si sappia il vero significato.
In questa fiaba infatti è narrata simbolicamente la conquista della giovane umanità ( cappuccetto rosso ) di una nuova capacità rispetto ad un vecchio sapere ( la nonna ): quella del pensiero che anela alla conoscenza spirituale uscendo dal buio ( la pancia del lupo ) di una ottusa, buia, costrittiva percezione sensoriale.
Occorre naturalmente saper scegliere l’età più giusta per questa fiaba che va raccontata circa verso gli otto anni quando cioè il bambino sa andare oltre, senza più provar timore, alla strana e del tutto illogica situazione di essere mangiati e uscire fuori dalla pancia del lupo ancora vivi.
Il bambino deve vivere la tensione creata da una situazione difficile come, ad esempio, quella in cui il principe o la principessa di turno sono prigionieri di un qualche mago cattivo, per poi gioire quando giunge la risoluzione positiva e tutti vivono felici e contenti.
E’ in tal modo che i suoi sentimenti si ravvivano, si rafforzano quando riceve quelle giuste sensazioni che porteranno a giuste emozioni di cui ha bisogno e che si trasformeranno con il tempo nei più giusti, veri sentimenti.
Deve imparare dalla fiaba che esiste il male ma che viene sempre sconfitto e tramutato in bene. Imparerà così a riconoscerlo e sapere che esiste il giusto castigo oltre che il meritato premio.
Ogni fiaba, come detto, parla al cuore e reca con sé perciò quella possibilità di comprensione profonda ed istintiva che ogni vera Arte sa dare, per cui ciascun essere umano può avvicinarsi a questo mondo senza avere necessariamente alcuna particolare conoscenza, solo con un’anima aperta ad accoglierla.
La fiaba saprà farsi capire per forza propria, come quando si può gustare comunque una musica senza conoscere, necessariamente, le note.
Per essere compresa nel suo aspetto più vero ogni fiaba richiede un esame ben più approfondito di un semplice ragionamento basato sul comune buon senso, su una base logica.
Per trovare in essa una spiegazione valida, senza tacciare la fiaba di essere pura invenzione fantastica, occorre avere quindi una vera conoscenza dell’evoluzione spirituale dell’umanità quale può essere data dall’Antroposofia di Rudolf Steiner.
E’ interessante notare come la fiaba classica continui imperterrita la sua esistenza nonostante i sempre reiterati attacchi da parte di nuovi, moderni, allettanti racconti fantascientifici. Ci sono inoltre strumenti che a mezzo di video e audio sempre più sofisticati vorrebbero detronizzare la fiaba raccontata dalla calda voce dei nonni, dei genitori, degli insegnanti.
“ L’essere umano può essere educato solo da un altro essere umano “ e questo i bimbi lo sentono istintivamente poiché, quando ci sia l’opportunità, preferiscono ascoltare la fiaba da una persona piuttosto che da un anonimo meccanismo parlante.
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Nei corsi, tenuti a vari livelli, vengono presentate alcune fiabe aventi particolari caratteristiche e viene offerta ai partecipanti la possibilità, passo dopo passo, di imparare a scoprire quanto di celato sta dietro le immagini simboliche.
Vengono dati anche suggerimenti pratici sul come compiere osservazioni inerenti lo svolgimento della fiaba nonché consigli sul come narrarla ai bimbi, come scegliere le fiabe in rapporto all’età e così via.
La speranza è che i partecipanti possano poi da soli proseguire il cammino in questo affascinante mondo fiabesco pregno di verità non più, per loro, occulte.