Passaggio da mondo esterno a mondo interno

La pausa, quando viene eseguita con coscienza, diventa una piccola porta aperta che ci immette in un grande mondo. Essa è necessaria nella vita dell’essere umano e, comunemente, è la vita stessa che ci impone una sosta, una pausa appunto in determinati momenti. Possono esservi pause brevi, nell’arco di una giornata o più lunghe, nell’arco di qualche mese o addirittura di anni. Vi sono vari tipi di pause che possiamo scegliere di compiere, a seconda della nostra situazione.

Se in alcuni momenti della nostra vita quotidiana guardiamo il mondo circostante, trattenendo, sospendendo il flusso dei pensieri e abbandonandoci con dedizione, con interesse alla visione esterna, osservando il mondo nei suoi particolari, la forma di un albero, l’architettura di un palazzo e così via ci creiamo una prima condizione di calma interiore.

Questa è la pausa nel mondo dei pensieri.

Se rapportandoci al mondo esterno, blocchiamo il flusso delle parole abbandonandoci liberamente all’ascoltare il tono di voce delle persone o i suoni della natura come il canto di un uccellino, lo scorrere dell’acqua e così via, creiamo una seconda condizione di calma interiore.

Questa è la pausa nel mondo della parola.

Se, andando nel mondo, grazie alla capacità che abbiamo di poterci muovere, fermiamo i nostri movimenti fisici, specialmente le gambe e, cessando di camminare, ci si sforzi di percepire la risonanza interiore del movimento nel nostro corpo fisico, creiamo una terza condizione di calma interiore.

Questa è la pausa nel mondo del movimento.

Qualsiasi sia il tipo di pausa, in qualsiasi ambito sensoriale essa cada, rispettivamente nel senso del pensiero, dell’udito, del movimento, ad essa corrisponde un’attività spirituale.

La pausa perciò può essere considerata come la fine di un breve processo che da fuori (mondo esterno) porta a dentro (mondo interno).

Questo processo però è solo la prima parte di una attività, che da dentro può proseguire verso l’alto come verrà spiegato nel proseguo dello scritto.

Pausa e calma interiore

La pausa è la sorellina del sonno in quanto anch’essa, in rapporto alla sua durata, permette e compie una rivitalizzazione, qualità propria del sonno nonché delle forze logorate da attività mentali o fisiche.

Essa inoltre, come succede per il sonno, permettere un collegamento fra l’essere umano ed il Mondo Spirituale poiché, quando si dorme, ci si stacca dalla coscienza usuale diurna e si ascende ad una realtà non più fisica.

Per questa ragione i sogni hanno una caratteristica molto particolare e misteriosa.

Essi sono il risultato di residui consci che s’incontrano con i contenuti dell’inconscio.

In altre parole è l’incontro e la fusione fra la coscienza fisico-sensibile con quella soprasensibile.

Questo collegamento non è un processo naturale, non avviene in modo automatico: deve essere voluto.

Durante il giorno, infatti, solo se lo vogliamo possiamo permetterci un sonnellino. La sera poi, quando si è stanchi, si va a letto solo se decidiamo di andare a dormire mentre invece, durante una conferenza un poco noiosa, ci si sforza di non cedere al sonno.

Il dormire, sentire il bisogno del sonno è un processo naturale ma deve essere quindi voluto.

Che cosa succede in realtà quando si dorme, quando si espande la nostra coscienza, la nostra interiorità? Essa trapassa in una elevazione dell’anima, entra in un altro mondo, quello spirituale dal quale si proviene.

L’anima sale ad un livello superiore e può giungere anche almondo ispirativo.

Quest’ultima situazione si può creare anche quando si è svegli, mettendo a tacere il proprio mondo interiore. In tal modo si riesce a percepire e accogliere un mondo superiore che esiste, sconosciuto, in noi stessi. Tutto ciò può avvenire solo se ci si apre ad esso e ci si abbandona totalmente facendo silenzio in noi stessi.

Come durante il sonno ritempriamo le nostre forze ritornando nel Mondo spirituale, così durante il giorno noi possiamo ritemprarci tramite questa particolare pausa.

Come aprire la nostra anima a questo mondo sconosciuto che vive in noi, come arrivarci ?

L’abituarsi a compiere delle brevi pause durante la giornata permette di giungere con più facilità alla calma interiore, passaggio obbligato per arrivare al livello di coscienza chiamato ispirativo.

La pausa voluta permette dunque di arrivare alla calma interiore. In tal modo viene protetto e nutrito qualsiasi impulso dell’Anima tendente al mondo dello Spirito.

In altri termini si passa dalla nostra interiorità ad una elevazione superiore, ad un diverso grado di coscienza, ma non si passa semplicemente da dentro a fuori bensì ci si eleva da dentro verso l’Alto, quell’Alto che si chiama Mondo spirituale e di cui si è perso la conoscenza, il ricordo.

La pausa, come già accennato, ha valore per la vita dell’Anima quando sia voluta; essa quindi, quale precorritrice della calma interiore, rientra nell’ambito del volere.

La pausa perciò non significa sospendere il proprio dovere, l’attività lavorativa, per svolgere un altro tipo di attività come possono essere vacanze, feste e simili occupazioni ricreative.

Pausa, in questo caso non significa dunque non fare qualcosa d’abitudine per fare qualcosa d’altro.

La vera pausa è passare dal mondo esterno nel proprio mondo interiore per poi allargarsi ad un Mondo spirituale molto più vasto ed elevato, vale a dire al già accennato piano ispirativo.

Si potrebbe meglio dire che la pausa significa l’inizio di uno speciale passaggio. E’ un transitare dal riverbero del mondo esterno al nostro mondo interno, che comporta pensieri usuali, quotidiani, automatici, per salire al riverbero di pensieri non più usuali che originano direttamente dal Mondo Spirituale.

Solo però se ci sia una disposizione animica interiore, atta a cogliere i pensieri universali, può avvenire questo passaggio. Non si tratta infatti dei nostri pensieri quotidiani, abituali ma di pensieri molto particolari giacché sono il linguaggio delle Entità Spirituali che ci guidano.

Occorre perciò una volontà aperta e capace di cogliere tali pensieri-linguaggio.

La pausa però può sorgere più o meno improvvisa nella vita dell’anima o in certi casi nel corpo. Quando non sia voluta, quando ad esempio si sia costretti dalla vita ad una pausa forzata, allora essa diventa un processo patologico, diventa malattia.

L’interruzione della propria attività o, in certi casi la stessa paralisi, certamente non possono essere considerati alla stregua di una pausa.

Laddove si manifesta la malattia ciò significa che si è creata una situazione di vuoto o di mancanza, di assenza di un qualcosa. Non essendo voluta, in questi frangenti non si può parlare di pausa così come qui viene intesa.

Tutto questo processo è però solo un inizio, è ancora una fase iniziale di quanto ancora può essere vissuto

Pausa e vuoto

Quando la sospensione voluta dell’attività interiore è vigilata dalla coscienza, l’uomo si pone in aspettativa dell’arrivo di un qualcosa di nuovo, di una nuova conoscenza che attende di manifestarsi. Solo a queste condizioni si può parlare di pausa. E’ dunque vera pausa quella che permette a contenuti spirituali positivi, e quindi creativi, costruttivi, di riempire in modo nuovo la nostra interiorità. Grazie ad una voluta, cosciente pausa ciò sarà causa della nascita di nuove realtà spirituali che finalmente potranno apparire sul piano umano. E’ questa pausa cosciente che, richiamandoli, permette a tali contenuti spirituali di scendere sul piano umano.

Mettiamo il caso, invece, che la sospensione di attività interiore non sia voluta, non sia sostenuta da forze di coscienza e di autocoscienza. Tutto ciò può diventare pericoloso poiché la pausa non è più tale ed allora essa diventa vuoto. Il vuoto diventa la controparte oscura della pausa.

Il Mondo dello Spirito può essere divino e quindi porta verso l’evoluzione o negativo, contrario ad essa ma, comunque è unitario: in esso non esiste il vuoto. Il vuoto creato senza però l’opportuna, indispensabile coscienza viene riempito comunque di contenuti spirituali ma allora, senza una vigile coscienza, entrano contenuti negativi. Non ci saranno in questo caso germi di creative, positive realtà spirituali bensì devianti realtà che vogliono incatenare lo Spirito nella materia, bloccandone l’evoluzione.

E’ ancora da sottolineare un fatto molto importante. :

L’essere umano è una manifestazione, una creazione voluta dello Spirito cui, nel corso dell’evoluzione, si è aggiunto un corpo fisico materiale. Ciò che era solo Spirito si è via via condensato fino a diventare materia.

Poiché il vuoto non esiste nell’unitario Mondo dello Spirito, tanto meno può esistere in quello umano. Basti pensare che, una bottiglia vuotata d’acqua, in realtà è subito riempita d’aria.

Ogni vuoto perciò, sia in rapporto allo Spirito che alla materia verrà sempre riempito.

Il vuoto, ottenuto senza coscienza, è un muro che può divenire invalicabile fra Materia e Spirito. La pausa è il ponte, l’anello di congiunzione fra Materia e Spirito.

La pausa quindi è preludio, preparazione alla vera e propria meditazione cosciente, quella suggerita da Rudolf Steiner negli esercizi illustrati nei suoi scritti.

La fine di un iniziale processo cosciente, la pausa voluta, coincide dunque con l’inizio di un processo che può portare aldilà, in un mondo che va dal sensibile al soprasensibile.

Giovanni Peccarisio

 

La pausa