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IL RITMO TEMPORALE E SPAZIALE NEL BAMBINO

Il ritmo appartiene anch’esso ad una forma del tutto peculiare di movimento di cui si è parlato in un articolo precedente.

Esistono però due generi di ritmi.

Il primo è un ritmo naturale interno che nel bambino si svolge entro i confini della pelle come, ad esempio, il ritmo cardio-respiratorio, quello digestivo e così via.

Il secondo è un ritmo che viene dato dall’esterno.

Quest’ultimo è composto da una serie di ritmi necessari alla vita del bambino, stabiliti questa volta non dalla natura del bambino, ma dagli adulti che lo circondano.

É perciò necessario che l’adulto educatore abbia coscienza di essere collaboratore di quella grande Saggezza Cosmica che regola la vita interna del bambino e quindi la sua stessa salute.

É molto importante che gli educatori sappiano che si può agire in maniera benefica e influente sulla salute dei ritmi naturali interni del bambino curando il ritmo dato dall’esterno, in modo speciale e particolarmente attento proprio nel primo periodo di vita.

A questi ritmi naturali, necessari alle esigenze del piccolo corpo in via di formazione, andranno da subito ad aggiungersi altri ritmi , i quali copriranno tutto l’arco della giornata, come quello dell’alimentazione, del sonno, delle coccole ecc…

Quando poi il bimbo inizia a camminare ha sempre più bisogno di appoggiarsi al ritmo della giornata. Egli aspetta che appena svegliato ci sia il rito del vestirsi, della prima colazione, dell’avviarsi al giardino d’infanzia, del ritorno a casa, del momento del gioco, dell’incontro con la mamma, con il papà e così via.

Tutto ciò gli dà sicurezza, fiducia. Il bimbo piccolo non ha ancora la capacità di ragionare autonomamente ed ogni cambiamento nel e del mondo esterno che lo circonda, se ciò avviene, perde momentaneamente i suoi punti di riferimento spaziali, generandogli insicurezza.

Egli deve adattare la propria iniziale, embrionale relazione col suo ambiente in maniera differente, deve cioè pensare in modo nuovo. Ad ogni nuova percezione il bambino deve collegare un altrettanto nuovo pensiero. Tutto questo gli costa fatica, in quanto il già conosciuto dona sicurezza, mentre il nuovo al contrario una momentanea insicurezza.

Cambiare lettino, cambiare giocattolo, cambiare gli amichetti del giardino d’infanzia ha per lui lo stesso valore: gli costa fatica e gli toglie sicurezza.

Lo stesso avviene nel suo rapporto con il tempo. il sapere che cosa avverrà nel momento seguente, pone l’animo del bambino in uno stato di tranquillità. La mancanza di ritmo invece, il non sapere che cosa accadrà, il non potersi animicamente appoggiare al succedersi degli eventi durante la sua giornata, risveglia anzitempo la sua capacità intellettiva e questo gli toglie forze di crescita e di formazione del corpo fisico.

Il bambino, in questo caso, deve incominciare a prendere coscienza anzitempo dei cambiamenti che avvengono attorno a lui, deve cioè farsene un’idea e questo non è sano poiché il compito principale del bambino nel primo periodo di vita è quello di formare il proprio corpo fisico, non di organizzare la sua giornata.

Tutto quanto nell’essere umano accade fuori luogo o fuori tempo, porta a disagi e, col tempo, può diventare malattia.

La malattia, infatti, è una forza buona posta però fuori luogo o fuori tempo.

Per poter svolgere al meglio le proprie funzioni è conoscenza comune che la testa deve rimanere fresca, mentre la pancia deve calda. Quando invece si ha la febbre e la testa diventa calda o la pancia riceve freddo, questo diventa un esempio di situazioni fuori luogo. Assumere atteggiamenti infantili quando la persona ha già un certa età o, al contrario, bambini saccenti che si comportano come adulti è un esempio di situazione squilibrata perché fuori tempo.

I più importanti ritmi per il bambino piccolo, determinati dall’ambiente esterno e strettamente interconnessi con i ritmi interni, sono, come già accenneto, quelli riguardanti l’alimentazione e il sonno.

Il rispetto di questi due ritmi comporta una scelta di vita dei genitori, poiché il rispetto di tali ritmi forma il corpo fisico del bambino, nonché permette quello stabilizzare in lui fiducia e sicurezza che gli resterà come dono nel proseguo della vita.

Nel primissimo periodo di vita, tutte le attività sono perciò stabilite dai genitori secondo orari precisi fino al momento in cui il bambino inizierà la frequentazione del giardino d’infanzia.

In altri ambiti si è parlato del Giardino d’infanzia in modo più esaustivo. Basti solo ripetere come, specie nei Giardini d’infanzia Waldorf, il tempo rispetta i ritmi delle attività e del riposo, di movimento e pausa.

Quando il bimbo sarà divenuto più grandicello subentreranno a scuola altri ritmi ancora, adatti alle sue nuove esigenze.

Come già accennato, anche il ritmo rientra nell’ambito del movimento, giacché un’azione diventa ritmica quando si ripete nel tempo.

É importante sottolineare come i ritmi possono avere anche caratteristiche spaziali, quando lavorano in ambito organico e comportarsi in modo differente come tempi o intensità a seconda degli organi o delle funzioni.

Così avviene, ad esempio, nella digestione, nell’assimilazione e in tutte le funzioni corporali di evacuazione che determinano la salute del bimbo.

Da questo punto di vista perciò si può affermare che i ritmi interni, essendo organici, si possono definire di natura spaziale, mentre i ritmi che vengono dall’esterno rimangono fedeli alla loro natura temporale.

I secondi, quelli temporali, agiscono in modo diretto su quelli spaziali, organici.

Nel primissimo periodo di vita, poiché il corpo fisico è ancora in formazione, i ritmi più importanti in assoluto per il bambino sono perciò quelli spaziali.

I ritmi temporali si devono mettere totalmente al servizio di quelli spaziali.

Nel periodo successivo poi, quando ad esempio è iniziata la seconda dentizione, una parte dei ritmi temporali si possono emancipare da quelli spaziali e agire maggiormente a livello animico poiché, con le scuole elementari, inizia la configurazione della vita animica non più strettamente collegata allo sviluppo del corpo fisico.

Non sarà perciò così importante per il bambino se, ad esempio, la domenica o in altre festività, il bambino consumerà i pasti in orari differenti dal solito o andrà a dormire un poco più tardi .

I ritmi temporali esterni di alimentazione e sonno, in altre parole aiutano il bambino a mantenere la corretta dinamica e salute di quelli interni.

Respirazione, digestione, crescita e così via, a loro volta permetteranno la libera e sana manifestazione del suo movimento nello spazio.

É evidente come, ad esempio, un bambino con problemi respiratori o digestivi vive una situazione di malessere che gli impedisce la sana attività motoria.

Aldilà di malattie fisiche invalidanti quando, anche a causa di errori educativi, si impedisce ai bambini di usufruire dei benefici effetti del movimento, essendo uomini in divenire, , si possono creare serie difficoltà per poter divenire uomini liberi nell’anima.

Dal momento della nascita e per tutto il periodo scolastico gli educatori hanno una grande responsabilità: essi debbono sostenere l’educazione del bambino fino a quando, una volta divenuto giovane donna o giovane uomo sarà in grado di iniziare la propria autoeducazione.

Gli educatori devono avere coscienza che la vita del bambino dovrà strutturarsi e formarsi sull’educazione da essi impartita, avendo coscienza che la loro azione educativa sarà importantissima per il proseguo dell’esistenza del bambino divenuto adulto.

Quando sarà arrivato il momento dell’autoeducazione, ovverosia l’arrivo della maggiore età, la massima responsabilità degli educatori termina e sulle fondamenta educative di ritmo ricevute, il giovane uomo potrà iniziare il difficile cammino che lo porterà a diventare un uomo sempre più libero.

Ma questo dipenderà, allora, soltanto da lui…

Giovanni Peccarisio

L’educazione al ritmo
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